mercoledì 31 maggio 2023

I sei ciechi e l’elefante

C’era una volta un villaggio i cui abitanti erano tutti ciechi. 

Un giorno un principe straniero, che viaggiava sopra un elefante, si fermò davanti alle

mura di questo villaggio, per ristorarsi dalle fatiche del viaggio.

Tra gli abitanti si diffuse la voce della presenza del principe e di un animale

straordinario, che essi non conoscevano. Così i cittadini decisero di inviare sei persone ad accogliere il principe e a toccare l’elefante, in modo che poi avrebbero potuto descriverlo a tutti gli altri.

Al loro ritorno, i sei ciechi furono accolti con impazienza e curiosità. 

Il primo disse che un elefante è come un enorme ventaglio rugoso. 

Aveva toccato le orecchie.

“Assolutamente no” intervenne il secondo “perché è come un paio di lunghe ossa.” 

Egli aveva toccato le zanne.

“Ma proprio per niente!” esclamò il terzo “Un elefante assomiglia ad una grossa corda.” Aveva toccato la proboscide.

“Ma cosa state dicendo? Piuttosto è compatto come un tronco d’albero!”

replicò il quarto cieco, che aveva toccato le zampe dell’elefante.

“Non capisco di cosa state parlando” gridò il quinto cieco “l’animale assomiglia ad un muro che respira.” 

Questi gli aveva gli toccato i fianchi.

Il sesto sentenziò fermamente “Non è vero nulla di tutto questo: un elefante è come una lunga e robusta fune.” Aveva toccato la coda.

Così i sei ciechi iniziarono a litigare, presi tutti dall’affermare ciò che avevano toccato. 

Attirato dalle urla, il principe, comprendendo che quella situazione era destinata a ripetersi all’infinito, prese la parola e sussurrò:

“Amici, tutti dicono una verità. Ognuno sa cosa ha sentito ed è sicuro di ciò che ha

toccato con la propria mano. Ma l’esperienza fatta è solo una parte della verità.

 Solo ascoltandosi ognuno di noi può andare oltre, e sommando le verità parziali, comprendere finalmente la verità che cerca”.

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