Ishiki era triste, arrabiato, la sua vita non andava come voleva ed era preda di un malessere continuo.
Fu cosi che per cercare conforto, per cercare un senso a tutta la sofferenza della sua vita ,si recò dal vecchio saggio Keiken, il maestro Zen che abitava solitario in un piccolo monastero lontano della civiltà.
Si presentò al suo cospetto e dopo un rispettoso inchino disse:
Oh saggio Keiken maestro di vita, sono disperato,la ia vita è sofferenza continua e sta andando tutto a rotoli.
Mi trovo intrappolato in questo corpo che è sempre pieno di acciacchi, non è mai abbastanza magro, non è abbastanza attraente, forte, agile, non è più giovane ormai da tempo.
E poi sono succube della mia mente che mi ripete sempre quello che devo fare, quello che non devo fare, mi fa sentire inadatto e qualsiasi cosa combino mi ripete che non faccio mai abbastanza, qualsiasi cosa ottengo dice che non sono mai abbastanza.
Infine sono vittima delle mie emozioni, provo in continuazione ansia, paura, rabbia, tristezza, sensazioni di inadeguatezza, non ne posso più!.
Non è giusto! Non ho chiesto di nascere in questa misera vita, con questo corpo, con questa mente.
Il maestro ZEN lo ascoltò senza battere ciglio e poi disse:
Chi è che sta parlando? Chi sei tu?
Ma come chi sono? Sono Ishiki, non mi vedi qui davanti a te?
Io ti vedo benissimo ma tu hai detto di essere intrappolato in quel corpo, di possedere
la tua mente, di essere vittima delle tu emozioni e di non aver chiesto di nascere.
Quindi chi sei tu che possiedi quel corpo e quella mente?
Chi è che non chiese di nascere prima di essere nato?
Ishiki rimase con la bocca aperta, la sua mente andò in tilt sentendo quelle parole.
Il tempo si fermò e poi un lampo di illuminazione lo colse e lo colpì come un potente schiaffo.
Capì all'improvviso chi era veramente e tutto mutò nella forma, la sua percezione si
trasformò, una sensazione di calma mai provata prima prese a crescere in lui.
Provò all'istante qui e ora, gioia, serenità, pace come non ebbe mai provato prima.
Il saggio Keiken sorrise, Ishiki salutò con un inchino senza dire niente e si diresse di
nuovo verso la sua vita consapevole di ciò che è la verità.
***********
Tendiamo a criticare noi stessi senza pietà, e anche quando il mondo esterno ci considera bravi, abbiamo sempre l’impressione di non fare abbastanza e di sbagliare ciò che stiamo facendo.
Siamo vittime del nostro stesso perfezionista interiore, un malvagio critico, il Censore che risiede nel nostro cervello e mantiene in vita un flusso continuo di osservazioni sovversive, spesso camuffate da verità.
Il nostro critico interiore è attivo quando :
- Ci giudichiamo inadeguati ( "Non sono abbastanza bravo" o "fallirò sicuramente").
- Ci insultiamo.
- Ci sentiamo scoraggiati e demotivati.
- Ci rimproveriamo per aver detto le cose sbagliate.
- Ci diamo dell’ incompetente.
- Ci creiamo sensi di colpa.
- Ci confrontiamo con le altre persone.
- Ci ricordiamo gli sbagli e le brutte figure che abbiamo fatto.
Dobbiamo imparare a trattare a noi stessi con gentilezza, amicizia, accettazione e incoraggiamento per ridurre la forza del nostro critico interiore e coltivare una relazione sana con noi stessi ed avere una maggiore autostima, resilienza e benessere generale.
Invece di concentrarsi sui difetti e sugli errori, è utile bilanciare la critica con il riconoscimento dei propri punti di forza e successi.
E' importante riconoscere e accettare i propri difetti:
Tutti commettiamo errori e abbiamo aree di miglioramento.
Invece di rimuginare su questi, accettarli come parte della propria umanità e concentrarsi su ciò che si può imparare da essi.
I nostri successi e anche i piccoli successi meritano di essere riconosciuti e celebrati.
Ogni giorno, riflettere su tre cose fatte bene o su tre qualità positive
Sostituire la critica con l'incoraggiamento:
invece di dire "Sono un fallimento", provare a dire "Ho bisogno di più tempo per questa cosa, ma ce la farò".
-------------
Ristrutturazione cognitiva:
Identificare il pensiero negativo:" Non riuscirò mai a finire questo progetto"
Riformulare la frase :
Questo progetto è difficile, ho superato sfide simili in passato.
Posso affrontarlo un 1% alla volta.
***********
L'autocompassione è trattare e parlare a te stesso con la stessa gentilezza e comprensione che riserveresti a un caro amico.
Invece di pensare "Sono un fallimento" , pensa Sono umano, tutti facciamo errori. Posso imparare da questo sbaglio e fare meglio la prossima volta.
Impara a Perdonare a tutti ma soprattutto A TE STESSO!
***********
Nel libro "La via dell’artista" Julia Cameron propone il metodo Le Pagine del Mattino
per riscoprire e coltivare la propria creatività e superare il nostro critico interiore.
Le pagine del mattino: ogni giorno, appena svegli, si scrivono 3 pagine a mano libera, senza preoccuparsi di grammatica, stile o coerenza. Sono pensieri liberi, sfoghi, idee, ansie, qualunque cosa venga in mente.
Lo scopo è svuotare la mente, superare il Critico interiore e liberare spazio per la creatività.
Scrivendo Le pagine del mattino ti aiuterà a non dare più ascolto a quella voce del Critico Interiore che cerca di ridicolizzarti con frasi del tipo:
E questo lo chiami scrivere? Ma dai. Non sai nemmeno dove mettere le virgole, e poi se non ce l’hai fatta fino a ora non ce la farai mai più.
Fai anche errori di ortografia... Ma che cosa ti fa pensare di essere creativo/a?» e così via all’infinito.
Dal momento che non vi è un modo errato di scrivere le pagine del mattino, l’opinione del Critico Interiore non conta.
Ricordate sempre che le opinioni negative del vostro Critico Interiore NON sono la verità.
Il secondo metodo per sviluppare la nostra creatività è
L'appuntamento con l'artista che c'é in ognuno di noi: una volta a settimana, si dedica del tempo a sé stessi per fare qualcosa che nutra l’anima creativa:
- Una passeggiata
- Una visita a un museo
- Un’attività giocosa
- Leggere un libro che non avresti mai pensato di leggere
- Visitare un negozio etnico
- Fare una strada diversa ,ecc.
************
La conoscenza si acquisisce con l'esperienza, tutto il resto è solo informazione. Albert Einstein.
****************** Spagnolo ************
Estás convencido de que esa voz interior eres tú, de que es tu mente, (¿de quién sino?) pero…
¿Cuando escuchas música, tú eres quien canta?
¿Cuando oyes un teléfono, tú eres el timbre?
¿Cuando un perro te ladra, tú eres el ladrido?
Entonces, ¿por qué crees que tú eres la voz que oyes en tu cabeza?
¿por qué te identificas con la voz que sirve de vehículo a tus pensamientos. ¿Acaso eres el vehículo que conduces?
Pon atención en el conductor y olvida el vehículo.
No oigas a tu voz interior y Pon el foco en el silencio que da espacio a la voz del alma.
Para oír la voz del alma deberás antes ignorar “la voz mental que nunca calla”
Nessun commento:
Posta un commento