giovedì 26 gennaio 2023

Diogene il cinico

  Italiano / Español

Dovrei diventare questo, dovrei diventare quello,

dovrei raggiungere questo, raggiungere quello!

È il desiderio che ti mantiene in catene, i desideri stessi sono le catene.


Quando Alessandro Magno stava venendo in India, andò a incontrare un grande mistico greco, Diogene.

Diogene se ne stava sulla riva del fiume, sulla sabbia, prendeva il sole nudo...era un bellissimo uomo.


Alessandro andò e gli disse:

Diogene, considerati benedetto! Alessandro Magno è venuto a incontrarti!


Diogene si mise a ridere e disse:

Colui che si definisce grande, è pazzo.

Non ho mai visto un uomo povero come te prima d'ora.

Questa pretesa di grandezza serve solo a nascondere l'inferiorità interiore.


Questi ornamenti, questi vestiti, questa spada sguainata, questo grande esercito e tante armi, è tutto una finzione.

Dentro, sei assolutamente vuoto.

 Puoi provarci milioni di volte, ma in questo modo non sarai mai soddisfatto.


Alessandro rimase colpito:

era stato detto con un tale impeto,

era stato detto con una tale autorità e l'uomo che l'aveva detto,

la sua estasi era davvero evidente,

la sua autorità era indubitabile. 


Alessandro  disse: Io accetto Diogene, tu sei l'unico uomo di fronte al quale sento la mia povertà.

Tu non hai nulla, e tuttavia c'è qualcosa in te che all'improvviso mi fa sentire povero, sebbene io abbia tutto!"


Diogene disse:

"Tu hai tutto ma desideri ancora molto di più; ecco perché sei un mendicante".

Io non ho nulla,e non desidero altro;

ecco perché sono un imperatore.

E osserva: la vita ti sta sfuggendo di mano,non sprecarla più!


Alessandro rispose:

È stato bello incontrarti e se Dio mi concede un'altra nascita,

allora gli chiederò di non farmi Alessandro questa volta ma di farmi Diogene.


Diogene scoppiò a ridere e disse:

Sei pazzo?

Perché non diventi Diogene subito?

Chi può dire come sarà la prossima vita, potresti ricordare

o potresti non ricordare!


E Dio potrebbe essere d'accordo potrebbe non esserlo.

Potresti avere o non avere una nuova nascita.

Lo stesso domani non è certo, e tu stai rimandando alla nascita futura!

Se ciò che dico è allettante per te allora vieni e sdraiati nudo presso la riva del fiume.

Questa riva del fiume è ampia abbastanza, può contenerci entrambi; non c'è nulla su cui

combattere o litigare, rilassati anche tu.

Hai corso abbastanza nella vita, ne hai avuto abbastanza di fretta e furia; 

vieni, rilassiamoci!

Se trovi allettante quello che sono, diventa un Diogene subito;

cosa te lo impedisce?


Se uno vuole essere Alessandro,allora la cosa diventa difficile;

ma se uno vuole diventare Diogene,la cosa è assolutamente semplice,

perché è naturale.


Getta via i tuoi vestiti!

Dì addio al tuo esercito!

Dì loro di tornare indietro,

dì loro che la tua marcia vittoriosa è finita:

sei arrivato dove pensavi di arrivare.


Alessandro rispose:

È difficile,non è possibile oggi, al momento non è possibile.


Diogene replicò:

Se non è possibile oggi,se non è possibile in questo momento, allora resterà sempre impossibile.

Ciò che è possibile oggi, non rimandarlo a domani; inoltre, colui che rimanda a domani rimanda per sempre.

Sia come vuoi!


Alessandro disse:

Sono veramente felice di averti incontrato, mi hai impressionato moltissimo;

cosa posso fare per te?


Diogene disse:

"Cosa potrei chiedere? Non ho desideri!

Cosa posso chiedere? Non ho aspirazioni!

Ma se davvero desideri fare qualcosa, allora non voglio deluderti:

spostati solo un po' a lato, perché mi stai oscurando il sole.


Ti ringrazio per aver ascoltato ed esserti spostato.

E ricorda, nella vita non ostacolare mai il sole di nessuno.


Mentre si allontanava Alessandro disse a Diogene:

Quando tornerò dopo aver completato la mia marcia di conquista,allora in questa stessa vita vivrò come vivi tu.


Diogene rispose:

Nessuno ritorna mai dalle marce di conquista;

questi viaggi del desiderio sono così lunghi che non hanno mai fine.

Il desiderio è insaziabile, le voglie non sono mai soddisfatte;

ancor prima che una voglia sia soddisfatta ne nascono dieci nuove.


Non riuscirai a tornare,nessuno è mai tornato;

Questo viaggio non giunge mai alla fine.

I più saggi si fermano semplicemente a metà strada,non si curano di completare il viaggio;


Mentre gli sciocchi dicono:

"Noi completeremo il viaggio,solo allora ci fermeremo."

Ma questo viaggio è tale per cui non finisce mai:

la morte arriva prima,e il viaggio non finisce mai.


Alessandro, mentre ritornava,morì lungo la strada,non tornò mai a casa.

È una strana coincidenza, che Alessandro e Diogene siano morti lo stesso giorno.

Diogene potrebbe essere morto perché aveva mangiato un polpo crudo.

                         ............

Diogene usciva in pieno giorno con una lanterna in mano e a chi gli chiedesse come mai

 agisse in tal modo, rispondeva: "Cerco l'uomo!".

Diogene cercava qualcuno che fosse davvero capace di vivere secondo la propria autentica natura, senza convenzioni e capricci, ed essere, quindi, felice.

La sua si sarebbe rivelata una ricerca accurata e non certo facile.

Cercare con il lanternino significa compiere una ricerca, su contenuti importanti,

con cura.

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La felicità non è altro che stare allegri in tutto e per tutto e non rattristarsi in nessun modo, qualunque sia la situazione o l’occasione.

 La vera felicità consiste nell’avere sempre mente e anima serene e gaie. 

Gli stolti sono schiavi delle passioni come i servi dei padroni.

Quando chiedevano a Platone  : Cosa pensi di Diogene?

Platone rispondeva: È un Socrate impazzito.

Quale è il momento propizio per sposarsi? 

«Da giovani non ancora, da vecchi non più.«

Alessandro, che una volta incontrando Diogene gli disse:

Sono Alessandro, il gran re

, rispose: «E io sono Diogene, il Cane». 

E quando il re gli chiese spiegazioni disse: 

Scodinzolo a chi mi dà qualcosa, abbaio a chi non mi dà niente e mordo i buoni a nulla.

Il re Alessandro inviò una volta a Diogene una scodella piena d’ossi. Questi, accettandola, disse: 

Come cibo è degno di un cane, ma non è degno di un re come regalo.

Diceva che chi è dissoluto somiglia agli alberi di fico che crescono sul ciglio dei burroni: poiché gli uomini non possono raggiungerli, i loro frutti sono riservati a corvi e avvoltoi.

 A chi gli chiedeva quale beneficio avesse ricavato dalla filosofia rispose: 

«Se non altro, essere preparato ad affrontare qualunque sorte».

A chi gli chiedeva da dove venisse rispose: Cittadino del mondo.

Ho tutto quel che si trova nelle tragedie, «povero ed errante, vivo alla giornata», ma qualunque sia la mia condizione, per la felicità sono pronto a lottare perfino contro il re dei Persiani.

Diogene si prendeva gioco di chi protegge i suoi tesori con catenacci, chiavistelli e sigilli ma apre ogni porta e finestra del suo corpo: la bocca, il sesso, le orecchie e gli occhi.

Nulla è più vile dell’adultero che rinuncia alla propria anima in cambio di ciò che si può comprare con una moneta.

A un tale che si lamentava dicendo che vivere è una pena disse: 

Non vivere ma vivere male.

Diogene andava per Atene con una lampada accesa, affermando che era in cerca di un uomo onesto.

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¡Debería convertirme en esto, debería convertirme en aquello!

¡Debería alcanzar esto, alcanzar aquello!

Es el deseo lo que te mantiene encadenado, los deseos mismos son las cadenas.


Quando Alejandro  llegò en  India,fuè a visitar Diógenes.

 Diógenes estaba sentado desnudo en la orilla del río, tomando el sol de la mañana.


Alejandro se sintiò incómodo, porque era la primera vez que alguien continuaba 

tumbado delante de él: "Quizá el hombre no sepa quién soy yo". 

Así que dijo: "Quizá no te des cuenta de la persona que ha venido a verte".

 Diógenes se rio.

 Miró al perro que estaba a su lado y le dijo: 

"Escucha lo que ese estúpido hombre está diciendo.

 Está diciendo que yo no sé quién es él.

 ¿Qué hacer con esta clase de idiotas? Dime". 

Sorprendido... pero era un hecho.

 Todavía Alejandro intentó entablar algo de conversación. 

Dejó pasar el insulto. 

Dijo: "Soy Alejandro Magno". 

"Dios mío -dijo Diógenes mirando al perro-. ¿Has oído? 

Este hombre cree ser el hombre más grande del mundo. 

Y ese es un signo seguro del complejo de inferioridad. 


Sólo la gente  que sufre de inferioridad pretende ser grande;

 cuanto mayor sea la inferioridad, más empiezan a proyectarse a sí mismos 

como más elevados, más grandes, más importantes". 


Pero dirigiéndose a Alejandro, dijo: 

¿Qué sentido tiene que hayas venido a verme? 

Un hombre pobre, un don nadie que vive desnudo, cuya única posesión es una lámpara, cuyo único compañero en todo el mundo es un perro ... 

¿Para qué  has venido aquí?.


Alejandro contestó: He oído muchos relatos acerca de ti, y ahora puedo ver que todas esas historias tenían que ser verdad; ciertamente, eres un hombre extraño, pero en cierto sentido, inmensamente bello. 

Yo voy a conquistar el mundo, y he oído que vivías aquí cerca. No pude resistir la tentación de venir a verte.

Diógenes dijo: Ya me has visto.

 Ahora no pierdas el tiempo, porque la vida es corta y el mundo es grande;

 puede que mueras antes de conquistarlo.

 Y has considerado alguna vez ... si consigues conquistar este mundo, ¿qué será lo siguiente que hagas?;

 porque no hay más mundo que este mundo.


Alejandro contestó: 

Para ser franco contigo, nunca se me había ocurrido. Quizá cuando haya conquistado el mundo, me relaje y descanse. 

Diógenes se volvió hacia el perro y dijo: 

¿Has oído? 

Este  hombre está loco. 

Me está viendo a mí relajándome, descansando, isin conquistar nada! 

Y él se relajará cuando haya conquistado el mundo.


Cuando se marchaba, Diógenes le dijo:

 Tan solo recuerda dos cosas, tómalo como un regalo de Diógenes:

 una, que nunca antes nadie ha conquistado el mundo.

 Algo queda siempre sin conquistar; porque el mundo és multidimensional; 

no puedes conquistarlo en todas sus dimensiones con una vida tan corta. 

Por eso, todos aquellos que han salido a conquistar el mundo han muerto frustrados. 


En segundo lugar, nunca regresarás a casa. 

Porque así es como la ambición te va llevando más y más lejos;

Las personas van cazando alucinaciones, y la vida se les va escurriendo entre los dedos

Solo recuerda estas dos cosas como regalo de un hombre pobre, un don nadie.

Una extraña coincidencia: el día en que Alejandro murió, también murió Diógenes.

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I tre setacci di Socrate 

Nell'antica Grecia, il filosofo Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.

Un giorno qualcuno venne a trovarlo e gli disse:

“Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?”

“Un momento”, rispose Socrate, “Prima che me lo racconti, vorrei farti un

test, quello dei tre setacci.”

“I tre setacci?”

“Ma sì” continuò Socrate “Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene

prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei

tre setacci.

Il primo setaccio è la verità.

Hai verificato se quello che mi dirai è vero?”

“No, ne ho solo sentito parlare.”

“Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo

setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è

qualcosa di buono?”

“Ah no! Al contrario.” disse l'uomo con espressione ironica.

“Dunque”, continuò Socrate “vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non

sei nemmeno certo che siano vere.

Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità.

È utile che io sappia cosa avrebbe fatto questo mio amico?”

“No, davvero” affermò l'uomo, sul cui viso era scomparsa l'ironia.

“Allora”, concluse Socrate, “se ciò che volevi raccontarmi non è né vero, né

buono, né utile, io preferisco non saperlo; e consiglio a te di dimenticarlo”.

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