mercoledì 24 aprile 2024

Come reagire a un'offesa per non serbare rancore

  Italiano / Español 

Una volta Buddha e i suoi discepoli passarono vicino a un villaggio in cui vivevano degli oppositori del buddismo. 

Alla loro vista gli abitanti del posto uscirono dalle case, li circondarono e presero a insultarli. 

Anche i discepoli cominciarono a infervorarsi ed erano pronti a scontrarsi, ma la presenza del loro leader spirituale li tratteneva. 

Le parole di Buddha, dirette proprio ai discepoli, portarono turbamento in tutti i presenti:

Mi avete deluso. Queste persone si stanno comportando come si addice loro. 

Sono infuriate perché mi considerano un nemico della loro religione e una minaccia per i loro valori morali. 

Per questo mi insultano, ed è comprensibile che lo facciano.

Voi, invece, perché vi arrabbiate?

 Perché permettete a questi individui di manipolarvi?

Adesso dipendete da loro. 

Non siete forse liberi?.

Gli abitanti non si aspettavano una reazione del genere. 

Rimasero sorpresi e si calmarono. 

Buddha, quindi, si rivolse a loro: 

Avete detto tutto?

 Se vi è rimasto qualcosa in sospeso, potrete dircelo quando passeremo di nuovo, sulla strada del ritorno.


Gli abitanti non potevano credere alle loro orecchie, così chiesero:

Perché non ti arrabbi con noi dopo tutti gli insulti che ti abbiamo dato?.

Buddha rispose:

Siete uomini liberi e offendermi è un vostro diritto. 

Io non reagisco, perché anche io sono un uomo libero.

 Niente può costringermi a reagire in un modo o in un altro e nessuno può

influenzarmi o manipolarmi. 

Sono padrone delle mie azioni, che scaturiscono dalla mia coscienza. 


Adesso permettete che vi faccia una domanda.

 Gli abitanti del villaggio vicino mi hanno accolto con gioia, portandomi

fiori, frutta e dolci. 

Io ho detto loro: 

Grazie, ma abbiamo già fatto colazione.

 Mangiate voi stessi questi frutti, con la mia benedizione.

Non possiamo portarli con noi, perché non trasportiamo cibo. 


Ora vi chiedo:

 Cosa avranno fatto con ciò che non ho accettato e che ho restituito loro?.

Uno degli uomini disse: 

Probabilmente avranno riportato tutto a casa e avranno condiviso frutta e dolci con i bambini e gli altri familiari.

Buddha sorrise e riprese a parlare: 

E voi, cosa farete con le vostre offese e imprecazioni? 

Non accetto nemmeno quelle. 

Quando ho rifiutato frutta e dolci, chi me li aveva offerti se li è riportati a casa.

Cosa dovrete fare voi? 

Rifiuto i vostri insulti, quindi riprendeteveli, portateveli a casa e fatene ciò che volete.

          ----------------------

Il califfo Omar combatteva da trent’anni contro un nemico.

Questo era molto forte e la battaglia durava ormai da una vita. 

Era una guerra aperta. 

Un giorno il califfo ebbe però un colpo di fortuna: il nemico cadde da cavallo e lui gli balzò addosso impugnando una lancia. 

Sarebbe bastato un secondo per conficcargli l’arma nel cuore e porre fine a quel conflitto una volta per tutte, ma nel giro di un istante, prima che ciò potesse accadere, il nemico gli sputò in faccia.

Omar fermò il movimento della lancia, si toccò il viso, si raddrizzò e

gli disse: "Riprendiamo domani".

Il nemico, incredulo, gli chiese:

Che cosa ti succede? Aspetto un momento del genere da trent’anni, nella speranza di poterti puntare prima o poi la lancia contro il petto e porre fine a tutto una buona volta. Io non ho avuto questa fortuna, ma tu sì.

 Avresti potuto farmi fuori in un attimo.

 Perché non mi hai ucciso?.

Omar rispose: 

Questa non è una guerra come le altre, perché ho fatto un voto sufi, giurando che avrei combattuto senza ira. 

Per trent’anni mi sono battuto senza un briciolo di collera, finché questa ha fatto la sua comparsa un istante fa. 

Quando mi hai sputato in faccia, per un attimo sono stato pervaso dalla rabbia ed è diventata una questione personale.

 Ho desiderato ucciderti, il mio ego voleva farti fuori.

 Fino ad allora, per tutti questi anni, non ho avuto alcun problema, perché combattevamo per una ragione concreta. 

Tu non eri mio nemico, perché non c’era assolutamente niente di personale.

Né avevo alcun interesse personale a ucciderti, volevo soltanto vincere il conflitto. 

Ma per un istante ho perso di vista il mio obiettivo:

ti sei trasformato nel mio nemico personale e ho desiderato ucciderti.

Per questo adesso non posso ammazzarti. 

Quindi ritiriamoci e riprendiamo domani.

Tuttavia la guerra non riprese, poiché l’antico nemico divenne amico

e gli chiese: 

Adesso insegnami. Diventa il mio maestro e permettimi di essere tuo discepolo. Voglio imparare anche io a combattere senza rabbia.   

                                  *******  Español   *********

Una vez, Buda y sus discípulos pasaron cerca de una aldea donde vivían opositores al budismo.

Al verlos, los habitantes del lugar salieron de sus casas, los rodearon y comenzaron a insultarlos.

Los discípulos también comenzaron a enojarsi y estaban listos para responderles, pero la presencia de su líder espiritual los detuvo.

Las palabras de Buda, dirigidas precisamente a sus discípulos, perturbaron a todos los presentes:

        Ustedes me estàn decepcionado. Estas personas se están comportando como les corresponde.

Están enojados porque me consideran un enemigo de su religión y una amenaza para sus valores morales.

Por eso me insultan y es comprensible que lo hagan.

¿Pero por qué ustedes estan enojados?

  ¿Por qué ustedes permiten que estos individuos los manipulen?

Ahora ustedes dependen de ellos.

¿Ustedes no son libres?

Los habitantes no esperaban tal reacción.

Se sorprendieron y se calmaron.

Entonces Buda se dirigió a los habitantes de la aldea:

¿Ustedes han dicho todo?

  Si os queda algo que decir nos lo podéis decir cuando pasemos de nuevo por qui, cuando regresemos.

Los habitantes no podían creer lo que oían, por lo que preguntaron:

¿Por qué no te enojas con nosotros después de todos los insultos que te dimos?.

Buda respondió:

Sois hombres libres y ofenderme está en vuestro derecho.

No reacciono, porque yo también soy un hombre libre.

  Nada puede obligarme a reaccionar de una forma u otra y nadie puede

influenciarme o manipularme.

Soy dueño de mis acciones, que surgen de mi conciencia.

Ahora déjame hacerte una pregunta.

  Los habitantes del pueblo cercano me recibieron con alegría, llevándome

flores, frutas y dulces.

Yo les dije:

Gracias, pero ya desayunamos.

 Comed vosotros mismos estos frutos, con mi bendición.

No podemos llevarlos con nosotros porque no llevamos comida.

Ahora te pregunto:

  ¿Qué hicieron con lo que no acepté y con lo que les devolví?

Uno de los hombres dijo:

Probablemente habrán llevado todo a casa y compartieron frutas y dulces con los niños y otros miembros de la familia.

Buda sonrió y volvió a hablar:

Y tú, ¿qué harás con tus insultos y maldiciones?

Yo tampoco los acepto.

Cundo rechacé frutas y dulces, quien me los había ofrecido se los llevó a casa.

¿Qué deberías hacer?

Rechazo tus insultos, así que retíralos, llévalos a casa y haz con ellos lo que quieras..

Nessun commento:

Posta un commento